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Analisi

Milan: quello di Ibrahimovic non è solo un rinnovo

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MILANO – Tutto ribaltato in pochissimo tempo, del resto al Milan ci sono abituati quest’anno, come il derby perso 4-2 dopo il vantaggio iniziale per 2-0, come la strabiliante vittoria contro la Juventus, ottenuta col medesimo risultato e il medesimo andamento. Anche per Zlatan Ibrahimovic il discorso sembra lo stesso, ovvero un giro continuo sulle montagne russe: arriva a gennaio per rimanere un anno e mezzo, poi sembra scontato l’addio a fine campionato per le divergenze con la proprietà e il probabile arrivo in panchina di Rangnick, infine le quote sulla sua permanenza che si rialzano vertiginosamente dopo la conferma di Stefano Pioli, tecnico con cui lo svedese ha legato tantissimo.

Motivazione

Ma perché tante parole spese per un atleta che il prossimo 3 ottobre compirà 39 anni? Perché l’apporto di Ibrahimovic al timido e indifeso Milan di inizio stagione è stato devastante: il centravanti non si è confermato decisivo solo in campo (come ad esempio nello scudetto del 2011), ma ha cambiato completamente la mentalità di un gruppo che si è improvvisamente risvegliato consapevole di valere molto più di quanto credesse. Ibrahimovic ha convinto i ragazzi più giovani a crederci di più, ad allenarsi come lui, a pensare come lui; lo ha fatto con arroganza, forse, com’è nel suo stile, di certo ha però centrato l’impresa di ringalluzzire una squadra che pareva irrecuperabile.

Più che una firma

E se davvero lo svedese rinnovasse il suo accordo col Milan, allora ecco che anche il progetto giovani voluto dal club ed avallato da Gazidis, farebbe meno paura. Ibrahimovic sarebbe la guida, il punto di riferimento, l’esempio che i genitori da piccolo ti dicono di seguire. “Fa come fa lui“. Un fuoriclasse che avrà pure quasi 39 anni ma che si diverte ancora, fisicamente è tutt’ora stratosferico e bionico, in campo si spende fino all’ultima goccia di sudore e di energia, sa gestirsi, sa motivare il gruppo, ma soprattutto sa vincere, verbo che dalle parti di Milanello sembravano aver dimenticato e che con la presenza di Ibrahimovic è improvvisamente tornato di moda. “Al Milan o sei primo o niente“, aveva detto lo svedese qualche tempo fa, una frase che andrebbe stampata ed attaccata su tutti gli armadietti dello spogliatoio.

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