Analisi
Milan: il difficile per Pioli arriva adesso
MILANO – Stefano Pioli rimarrà l’allenatore del Milan anche nella prossima stagione dopo l’intoppo nella trattativa con Ralf Rangnick, l’interruzione dell’affare col tedesco che sembrava ormai in dirittura d’arrivo e la conferma del tecnico emiliano, guadagnata grazie ai risultati in serie dopo la ripresa del campionato e la volontà di non rompere lo splendido giocattolo costruito da un allenatore in grado di lavorare con professionalità e signorilità nonostante un esonero praticamente annunciato da mesi. Non era facile riuscire a far cambiare idea alla proprietà, Pioli ci è riuscito e, al di là dei problemi che possono essere sorti con Rangnick e la Red Bull, la sua conferma è certamente dettata dalla splendida trasformazione del Milan da squadra incerta e timorosa a gruppo compatto e deciso.
Meritocrazia
Esultano tutti quelli che chiedevano a gran voce ai Singer e a Gazidis di ripensarci, di tenere in considerazione il lavoro di Pioli e non gettarlo all’aria nonostante la volontà di intraprendere un nuovo percorso ed una nuova filosofia con Rangnick ed il suo mondo dei giovani. L’ex allenatore di Lazio e Fiorentina non ha mai mollato, non si è mai fatto distrarre dalle voci sul suo annunciato successore, non ha mai mancato di rispetto a nessuno, anzi, ha difeso, motivato e migliorato i suoi calciatori, mantenendo intatta la fiducia che si era guadagnato sin dal suo arrivo a Milanello e dimostrando che si può avere autorità in uno spogliatoio anche quando si è con le valigie già preparate e adagiate sull’uscio del centro sportivo.
Occasione
E adesso Pioli ha la grande occasione e l’enorme responsabilità di confermarsi. Perché, a prescindere da come finirà questa stagione, il tecnico rossonero l’anno prossimo avrà per le mani il suo Milan, guidato sin dal ritiro estivo e da stimolare e caricare esattamente come fatto finora. Adesso da Pioli tutti si aspettano quella continuità che la maggior parte di tifosi e addetti ai lavori chiedeva ed implorava dopo l’exploit del Milan post confinamento, oltre al fatto che l’allenatore milanista sarà chiamato a convincere gli scettici che lo hanno sempre definito un tecnico “normale”, uno di quelli da chiamare in situazioni d’emergenza ma di cui non fidarsi ciecamente e per troppo tempo. Stavolta per Pioli hanno tifato tutti, perfino gli avversari, la sua conferma è arrivata a furor di popolo, lui la sua diga l’ha tirata su a suon di risultati, con la squadra rivoltata come un calzino. Eppure, per lui, la parte complicata sembra arrivare proprio adesso perché, si sa, nello sport il difficile non è tanto riuscire quanto confermarsi.
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