Analisi
Milan: le carte di Pioli per la riconferma
MILANO – L’ormai probabile ripresa della stagione calcistica al termine dell’emergenza legata al coronavirus sta rimettendo in moto le società di serie A, pronte allo sprint finale in una delle annate più incredibili della storia con 12 giornate di campionato ancora da disputare, più semifinali di ritorno e finale di Coppa Italia e l’ultima fase delle coppe europee, il tutto da concludere presumibilmente fra l’inizio di giugno e quello di agosto.
Indecisione
Al Milan la confusione è aumentata dall’ennesimo anno di transizione, con l’ennesimo progetto tecnico fallito e la solita precarietà di dirigenti, allenatore e giocatori, tutti sotto esame e potenzialmente messi a rischio da una proprietà e da un amministratore delegato che sembrano navigare a vista senza una linea precisa da seguire. A rischio è così anche la panchina di Stefano Pioli, chiamato ad ottobre a rimediare al disastro di Giampaolo ma già sulla graticola e col nome del tedesco Rangnick che dalla vigilia di Natale gli alita sinistramente sul collo.
Possibilità
Rangnick è nettamente il favorito per diventare il nuovo allenatore del Milan, anche se Pioli qualche carta in mano per una sua riconferma la possiede ancora. In primis la qualificazione alla finale di Coppa Italia: eliminare la Juventus e giocarsi il trofeo, infatti, garantirebbe stabilità al tecnico emiliano, così come il rilancio e la miglior gestione possibile di talenti oscurati come Leao e Paquetà. Dovesse amministrare bene i due nel finale di stagione, rendendoli nuovamente utili e funzionali alla causa senza disperderne il patrimonio tecnico ed economico, Pioli acquisterebbe punti importanti nella gratificazione del club.
Arti
Infine, la gestione di Gianluigi Donnarumma, alle prese con il rinnovo di contratto e con l’indecisione sul proprio futuro. Già in passato il portiere rossonero ha manifestato qualche crollo mentale di fronte ai problemi con società e tifosi, derivati dalle beghe contrattuali fra le parti. Se Pioli sarà capace di estraniare Donnarumma da tali problematiche, mantenendolo sereno e in grado di concentrarsi solo ed esclusivamente sul campo, dimostrerà doti umane e leadership notevoli al punto da rimettere in discussione un esonero che oggi appare quasi scontato.
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