Analisi
Milan: le riflessioni di Maldini
MILANO – E’ sempre più intricata la vicenda che lega il futuro di Paolo Maldini a quello del Milan. L’ex capitano rossonero, oggi direttore dell’area tecnica del club, vive un momento di pensieri e ragionamenti dopo il licenziamento dell’amico e collega Zvonimir Boban, silurato dall’amministratore delegato Ivan Gazidis per aver rilasciato un’intervista nella quale criticava l’operato del club e dello stesso Gazidis, reo di aver scavalcato la parte sportiva della dirigenza contattando Ralf Rangnick e proponendogli la panchina del Milan 2020-2021 senza interpellare i due ex campioni rossoneri.
Futuro
Stando a quanto filtra dall’ambiente milanista, Gazidis non avrebbe alcuna preclusione nel proseguire il rapporto con Maldini, contrariamente a quanto detto e scritto negli ultimi mesi quando sembrava che il manager sudafricano volesse affidarsi ai suoi uomini di fiducia Almstadt e Moncada, tagliando ogni cordone ombelicale col vecchio Milan come già accaduto col già citato Boban e prima ancora con Gattuso e Leonardo, dimissionari dopo aver capito che le loro richieste non sarebbero state prese in considerazione dall’amministratore delegato ed ormai plenipotenziario del club milanese.
Condizioni
Maldini riflette, combattuto tra la voglia di contribuire al rilancio del suo Milan e l’orgoglio di chi non ci sta a fungere come semplice figura di rappresentanza con pochi poteri decisionali. E se dunque Gazidis non ha intenzione di far fuori l’ex capitano, è lo stesso dirigente ad avere oggi numerosi dubbi circa il suo ruolo futuro: qualora dovesse realmente sbarcare a Milano Rangnick (peraltro definito “poco adatto per il Milan attuale” dallo stesso Maldini), la convivenza con l’attuale direttore dell’are tecnica rischierebbe di non essere compatibile.
Compiti
Se il buongiorno si vede dal mattino, insomma, difficilmente i rapporti fra il tedesco e Maldini potrebbero essere solari, anche perché Rangnick potrebbe non essere un semplice allenatore, bensì mettersi a capo della stessa area tecnica oggi presieduta dall’ex fuoriclasse milanista, a quel punto inevitabilmente delegittimato. Maldini, inoltre, nel dialogo con Gazidis vorrebbe avere voce in capitolo anche nella scelta del tecnico, perché se Rangnick è il preferito della proprietà, altrettanto non si può dire della dirigenza che voterebbe per la conferma di Pioli o comunque per una soluzione italiana. Dubbi che Maldini si porterà avanti ancora per un po’, dopodiché tirerà le somme, il tutto con un’unica certezza: compromessi ne accetterà pochi ed il suo futuro verrà unicamente deciso dalla sua precisa volontà.
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