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Analisi

Ha ragione Ibrahimovic: Conte non era adatto a questo Milan

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Perché non abbiamo scelto Conte? Con tutto il rispetto per un grande allenatore come lui, non era quello che volevamo per il Milan“. Musica e parole di Zlatan Ibrahimovic che, dopo mesi di colpevoli silenzi (altro che strategia societaria), ha spiegato le bislacche motivazioni che hanno portato il Milan ad optare per Paulo Fonseca anziché, come logica avrebbe richiesto, per un profilo come il leccese. I rossoneri, dopo la separazione con Pioli ed un’annata ricca di delusioni, avevano la necessità di ripartire se, come sperticato dal club, l’ambizione era quella di tornare subito competitivi per vincere.

Occasione

Conte, ormai lo sanno pure i sassi, si è proposto a più riprese alla società milanese, era perfetto se il Milan avesse voluto davvero rilanciare le proprie quotazioni scudetto: abile a risollevare il morale di squadre in difficoltà, adattissimo a colmare divari col vertice, come fatto già alla Juventus, al Chelsea e all’Inter e come farà, con ragionevole certezza, anche al Napoli. E poi Conte porta mentalità: vuole vincere, tutto il resto non gli interessa e non fa per lui, ed è questo che alza il livello dei gruppi che allena, pensate solo alla Nazionale che con Zaza centravanti è andata ad un passo dalla semifinale di Euro 2016.

Scelta

Quindi, ricapitoliamo: Conte vuole vincere, il Milan vuole vincere, matrimonio perfetto. E invece no. Perché? Perché il Milan, al di là delle frasi pompose di Ibrahimovic, ha come unica ambizione quella di tenere saldo il bilancio e di vivacchiare fra secondo e quarto posto, poi se c’è uno spazio dove infilarsi, ben venga. Se fossero state reali le necessità sportive sbandierate da Ibrahimovic, Conte avrebbe preso casa a Milano e non a Napoli. Se scegli Fonseca è perché vuoi un tecnico sobrio, a cui sostanzialmente sta bene tutto, che si accontenta, che non discute. Ha ragione Ibra: Conte con questo Milan non c’entrava nulla. Lui vuole vincere.

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